La Crono Rifugio Settimo Alpini

La nostra Storia

“S’inaugura il nuovo rifugio Schiara proprio sotto la grande muraglia: sarà una magnifica giornata. Se ne parlava da almeno trent’anni; lo Schiara per Belluno è la massima corona […]. Dopo trent’anni i soldi sono venuti. E per questi è bastata una notizia sola: che il rifugio avrebbe portato il nome del VII Alpini alla memoria dei caduti del reggimento.”

Dino Buzzati, “Non parlava inutilmente il vecchio generale degli alpini”, Corriere della Sera, 25 settembre 1951

Il Rifugio 7° Alpini venne inaugurato nel 1951. Pare sia stato il leggendario “Chino” Viel ad individuare la zona più adatta, ovvero proprio nei pressi della vecchia Casera del Pis Pilón, vicina alle pareti, ma al sicuro dalle copiose valanghe invernali.

Il cantiere fu affidato all’impresa Teobaldo e Giuseppe Bortoluzzi, incaricata di realizzare le strutture al grezzo per un importo di 3.800.000 lire. Indispensabile fu l’opera degli Artiglieri della 23° Batteria del Gruppo Belluno e degli Alpini dell’8° Reggimento di Tolmezzo, i quali assicurarono il trasporto dei materiali da costruzione e dei viveri per gli operai accampati al Pis Pilón. In questa fase furono effettuati 735 viaggi-mulo con l’impiego degli uomini per 1440 ore lavorative totali, oltre a 120 viaggi-uomo per trasporto a spalle. L’operato dell’Impresa Bortoluzzi si concluderà a fine agosto del 1950. Proseguirà l’Impresa del sen. Attilio Tissi con la finitura degli interni e con l’installazione dei serramenti, dell’impianto igienico-sanitario e della pavimentazione.

Rifugio 7° Alpini, Fondo G. Burlon

Il Rifugio 7° Alpini venne inaugurato nel 1951. Pare sia stato il leggendario “Chino” Viel ad individuare la zona più adatta, ovvero proprio nei pressi della vecchia Casera del Pis Pilón, vicina alle pareti, ma al sicuro dalle copiose valanghe invernali.

Il cantiere fu affidato all’impresa Teobaldo e Giuseppe Bortoluzzi, incaricata di realizzare le strutture al grezzo per un importo di 3.800.000 lire. Indispensabile fu l’opera degli Artiglieri della 23° Batteria del Gruppo Belluno e degli Alpini dell’8° Reggimento di Tolmezzo, i quali assicurarono il trasporto dei materiali da costruzione e dei viveri per gli operai accampati al Pis Pilón. In questa fase furono effettuati 735 viaggi-mulo con l’impiego degli uomini per 1440 ore lavorative totali, oltre a 120 viaggi-uomo per trasporto a spalle. L’operato dell’Impresa Bortoluzzi si concluderà a fine agosto del 1950. Proseguirà l’Impresa del sen. Attilio Tissi con la finitura degli interni e con l’installazione dei serramenti, dell’impianto igienico-sanitario e della pavimentazione.

Rifugio 7° Alpini, Fondo G. Burlon

La cronoscalata Case Bortot – Rifugio 7° Alpini esisteva, come test di preparazione atletica, già negli anni ‘60, quando gli alpinisti bellunesi si sfidavano sul sentiero militare che porta al rifugio; chi con lo zaino pesante, chi a petto nudo. Un contributo fondamentale lo diede sicuramente Beniamino Sitta, podista di casa sulle pendenze del sentiero, che in diverse occasioni arrivò ad organizzare competizioni amatoriali con il cronometro alla mano, tra lui e gli amici più o meno giovani. Tutto ha contribuito nel corso degli anni ad alimentare la leggenda; da chi si segnava i sassi dove appoggiare i piedi, a chi cercava le scorciatoie più dirette e improponibili. Dino Tadello preparò lungo questo sentiero, oltre che sul Serva, la vittoria al Mondiale di Corsa in Montagna nel 1988 in Inghilterra, ed è proprio lui a detenere ufficiosamente il record di 41 minuti. Il percorso si estende per circa 7 chilometri, distribuiti in un dislivello di 900 metri. 

Beppe Pierantoni

La sinergia tra la famiglia Pierantoni, che ha gestito il Rifugio 7° Alpini dal 2001 al 2011, il Cai di Belluno e l’Ente Parco, oltre che l’onnipresente Beniamino Sitta, porta nel 2010, dopo tanti anni di attesa, ad ufficializzare la corsa. A causa del tracciato strettissimo nella parte iniziale, si preferisce una partenza frazionata, piuttosto che in linea. La competizione è andata crescendo, dal primo anno in cui si contarono una cinquantina di atleti ad invito, al centinaio di concorrenti dell’edizione del 2012.

Nella prima edizione è il giovanissimo atleta Davide Pierantoni, figlio dei gestori del rifugio, ad imporsi col tempo di 43 minuti e 30 secondi in campo maschile, mentre tra le donne primeggia la bellunese Stefania Satini in 55 minuti e 16 secondi. Gli atleti come Ivo Andrich e Dino Tadello, ormai nella storia della corsa in montagna, s’attestano ancora nell’elite dei migliori.

La sinergia tra la famiglia Pierantoni, che ha gestito il Rifugio 7° Alpini dal 2001 al 2011, il Cai di Belluno e l’Ente Parco, oltre che l’onnipresente Beniamino Sitta, porta nel 2010, dopo tanti anni di attesa, ad ufficializzare la corsa. A causa del tracciato strettissimo nella parte iniziale, si preferisce una partenza frazionata, piuttosto che in linea. La competizione è andata crescendo, dal primo anno in cui si contarono una cinquantina di atleti ad invito, al centinaio di concorrenti dell’edizione del 2012.

Nella prima edizione è il giovanissimo atleta Davide Pierantoni, figlio dei gestori del rifugio, ad imporsi col tempo di 43 minuti e 30 secondi in campo maschile, mentre tra le donne primeggia la bellunese Stefania Satini in 55 minuti e 16 secondi. Gli atleti come Ivo Andrich e Dino Tadello, ormai nella storia della corsa in montagna, s’attestano ancora nell’elite dei migliori.

Rifugio 7° Alpini, Fondo G. Burlon

La 5^ edizione della Crono Rifugio Settimo Alpini, nel 2017, ha rappresentato il 1° Memorial dedicato alla figura di Giuseppe Pierantoni, gestore del Rifugio per 10 anni e guida alpina, che insieme alla sua famiglia ci ha regalato ed insegnato molto. Mancato nel 2016, ad un anno dalla sua scomparsa abbiamo deciso di ricordarlo così, come sarebbe piaciuto a lui: con sport, festa e montagna!